giovedì 11 aprile 2013

Nietzsche nell'arte

Il ritratto di Nietzsche opera del norvegese Munch, il celebre autore del Grido, rappresenta un episodio straordinario nel contesto della nostra ricerca: un pittore sofferente e profondamente legato ad una visione interiore ed espressionista dell'arte, ritrae (non dal vero, Nietzsche era già morto) il filosofo che così profondamente sarà oggetto di studi nel Novecento e al quale lo accomuna il disagio mentale. Le fluide colline e la valle riprendono la tematica del Grido e avvolgono la figura dell'uomo come se ne fossero un'emanazione, ma la nostra attenzione cade sicuramente sul volto di Nietzsche, che conosciamo dal veroattraverso fotografie di alto livello artistico. La capacità di verosimiglianza di Munch è indubbia, ma alcuni particolari pittorici risultano fisionomicamente indicativi, laddove la fotografia ci consente di controllarli. Nel quadro Munch ha accentuato, anche attraverso la posizione di tre quarti del volto, non solo la prominenza delle sopracciglia, che rende ancor più intensa la profondità degli occhi, ma anche quella dei baffi e dei lobi frontali. E se il Nietzsche fotografato ha uno sguardo incisivo, il Nietzsche di Munch non guarda fuori, i suoi occhi sono socchiusi, egli guarda dentro. L'effetto è icastico e conferma, se vogliamo, la superiorità dell'artista nei confronti del mezzo meccanico, che, pur guidato da mano espertissima, non può per sua natura modificare il mondo reale.



"Se nella vita sarai costretto a lottare contro i mostri, dovrai stare molto attento a non diventare tu stesso un mostro.
E se un giorno riguarderai a lungo nelle profondità di un abisso, dovrai sapere che poi anche l'abisso vorrà guardare e scrutare dentro di te."

Nietzsche - tratto da Al di là del bene e del male


mercoledì 12 dicembre 2012

Che collegamento c'è tra Schopenhauer e Matrix? 

Per Schopenhauer ciò che noi vediamo e sentiamo abitualmente, il mondo della nostra esperienza sensibile, non è altro che una nostra rappresentazione. Una rappresentazione illusoria, un'apparenza. In maniera più precisa: per Schopenhauer il mondo sensibile, in quanto rappresentazione, nasconde l'essenza vera del mondo e ciò che "nasconde" non è altro che il velo di Maya
In Matrix il mondo abituale, quotidiano, il mondo vissuto da Neo, il protagonista della storia, non è altro che un'illusione.